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8° Forum di esperti in Agricoltura Montana: focus sulla biodiversità delle aree di montagna

L'agricoltura montana si caratterizza per la sua diversità. Differenti altitudini e condizioni localmente variabili offrono spazio a varie forme di agricoltura: dalla foraggicoltura fino all'allevamento, dalla coltivazione di erbe aromatiche alle colture arative, fino all’orticoltura. A sostegno della biodiversità montana, si è svolta il 28 febbraio l'ottava volta il Forum di esperti di Agricoltura Montana presso la scuola professionale Salern, a Varna. L'evento è stato organizzato dal Centro di Sperimentazione Laimburg in collaborazione con la Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern, il Centro di consulenza per l’agricoltura montana BRING e la Libera Università di Bolzano.

Fig. 1: L'ottava edizione del Forum di esperti in Agricoltura montana si è svolta presso la Scuola professionale per l’agricoltura di Salern a Varna

Il Forum di esperti in Agricoltura Montana rappresenta un luogo di incontro per discussione e scambio tra tutti gli attori dell'agricoltura di montagna. Il 28 febbraio, si è svolta l'ottava edizione del Forum presso la Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern incentrato sulla biodiversità nelle zone alpine. Gli argomenti hanno spaziato dalla gestione dei pascoli e le colture arative, dalla coltivazione di erbe aromatiche all’orticoltura. Il pomeriggio è stato dedicato all'allevamento di bovine da latte, con un confronto tra sistemi di allevamento diversi. Il Forum di esperti in Agricoltura montana è stato organizzato dal Centro di Sperimentazione Laimburg in collaborazione con la Scuola professionale per l’agricoltura e l’economia domestica Salern, il Centro di consulenza per l’agricoltura montana BRING e la Libera Università di Bolzano.

"L'agricoltura di montagna non contribuisce solo alla produzione di alimenti di alta qualità, ma anche alla conservazione del paesaggio culturale. I nostri agricoltori lavorano in condizioni difficili, per cui sono necessari sussidi e attività supplementari per garantire la redditività economica delle aziende. Ad esempio, vengono coltivate una grande varietà di colture come cereali, seminativi, ortaggi ed erbe aromatiche. Il sostegno e la promozione dell'agricoltura di montagna sono una mia particolare preoccupazione. Anche la consulenza e la ricerca svolgono un ruolo importante in questo ambito, per questo nel 2016 è stato lanciato il “Piano d'azione per la ricerca e la formazione in agricoltura montana e scienze alimentari”, per sostenere la ricerca e l'ulteriore sviluppo dell'agricoltura di montagna, che finora si è rivelato un progetto utile e lungimirante", ha dichiarato l'Assessore provinciale all'Agricoltura Arnold Schuler, dando il benvenuto ai partecipanti dell’evento.

"Per noi ricercatori, il Forum di esperti in Agricoltura Montana è un importante luogo di incontro per lo scambio reciproco e l'aggiornamento professionale, ma soprattutto offre l'opportunità di consegnare i risultati delle nostre attività sperimentali e di ricerca dove sono necessari: alla prassi agricola e quindi agli agricoltori", ha sottolineato Giovanni Peratoner, responsabile del settore Agricoltura Montana del Centro di Sperimentazione Laimburg.

 

Concimazione dei prati permanenti con concimi organici

Qual è l'impatto dell'uso di diversi concimi organici (letame, liquame, una combinazione di letame e colaticcio) sui prati con una moderata diversità botanica in Alto Adige? Un progetto quinquennale condotto dal Centro di Sperimentazione Laimburg mostra che la quantità di nutrienti apportata con la concimazione è riconoscibile nel contenuto di fosforo e di potassio nel terreno: si è osservata una loro diminuzione in assenza di concimazione e un aumento quando è stata usata la dose più elevata. A seconda della dose applicata si sono verificati evidenti cambiamenti quantitativi delle singole specie, mentre il numero di specie non è stato influenzato in maniera rilevante dalla concimazione. I risultati suggeriscono che i prati moderatamente ricchi di specie sono più sensibili a cambiamenti delle quantità di concime apportate rispetto a quelli moderatamente poveri di specie. Alla dose di concime intermedia (0,65 unità bovine adulte per ettaro) i prati moderatamente ricchi di specie hanno mantenuto più o meno le loro caratteristiche iniziali. Il tipo di concime organico aziendale gioca un ruolo di secondo piano rispetto alla quantità di nutrienti ed è riconoscibile soprattutto nelle caratteristiche del suolo e nella resa di foraggio. La combinazione di letame e colaticcio ha portato a concentrazioni più elevate di potassio nel suolo e a rese leggermente superiori nei prati moderatamente poveri di specie.  Le perdite di resa si sono verificate nelle parcelle che non erano state concimate per cinque anni. "In conclusione, è chiaro che nell'interazione tra intensità di gestione e biodiversità non è possibile massimizzare entrambi gli aspetti e che bisogna aspettarsi riduzioni in un aspetto o nell’altro", afferma Giovanni Peratoner.

 

Progetto "Confronto di sistemi d’allevamento per le bovine da latte”

In Alto Adige la produzione di latte si basa prevalentemente su una forma di allevamento intensivo. Per studiare la redditività economica e la sostenibilità di questo metodo di allevamento, è stato avviato il progetto pluriennale "Confronto di sistemi per l’allevamento per le bovine da latte" presso l'azienda agricola sperimentale Mair am Hof a Teodone, vicino a Brunico. Il progetto, realizzato dal Centro di Sperimentazione Laimburg e dalla Libera Università di Bolzano nell'ambito del Piano d'azione per l'agricoltura di montagna e le scienze alimentari, mette a confronto due sistemi: da un lato, un sistema di allevamento intensivo con la razza pezzata rossa, allevamento in stalla tutto l'anno senza accesso al pascolo, l'alimentazione con insilati e elevate quantità di mangimi concentrati; dall'altro, un sistema estensivo con la razza grigia alpina, accesso stagionale al pascolo e una razione di base senza insilati. L'obiettivo è determinare, per una varietà di aspetti, quale metodo sia potenzialmente promettente per l'Alto Adige in aree con condizioni produttive favorevoli. 

In termini di produzione di latte, c'è una chiara differenza tra i due sistemi: Le bovine di razza pezzata, allevate in modo intensivo, hanno una produzione media giornaliera di latte di 31 chilogrammi, mentre le grigie alpine in condizioni estensive hanno raggiunto i 21 chilogrammi. Tuttavia, la valutazione preliminare di un calcolo completo dei costi suggerisce che, con l'attuale andamento dei costi dei fattori produttivi, il sistema estensivo può economicamente tenere il passo con il sistema intensivo, a condizione che il latte venga differenziato e commercializzato a un prezzo più elevato come il latte fieno biologico. Le differenze nei costi di produzione sono dovute principalmente alle minori spese nel sistema estensivo per mangimi concentrati e per le spese veterinarie.

Per quanto riguarda le emissioni di metano, si può notare che il sistema di produzione del latte ha un'influenza significativa sulla quantità rilasciata. Il sistema estensivo produce meno metano per vacca al giorno rispetto al sistema intensivo. Tuttavia, se si calcolano le emissioni di metano per chilogrammo di latte, il sistema intensivo produce meno metano di quello estensivo. In termini di flusso dei nutrienti, il sistema intensivo ha mostrato una maggiore efficienza di utilizzo delle proteine della razione di foraggio, ma il sistema estensivo ha evidenziato un chiaro vantaggio nella quantità di proteine prodotte rispetto a quelle consumate, che non sono direttamente utilizzabili dall'uomo. Inoltre, sono stati presentati i parametri a livello locale per la conversione dei prati in pascoli e per la gestione dei pascoli con il pascolo intensivo (pascolo a rotazione breve) come strumento per migliorare la gestione.

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