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Il Centro Laimburg rafforza la ricerca per proteggere i vigneti dalla flavescenza dorata

Dal 2016 la flavescenza dorata minaccia le viti altoatesine e, nonostante le misure obbligatorie per la sua prevenzione e il suo controllo, è in continua espansione. Per affrontare questa emergenza fitosanitaria, il Centro di Sperimentazione Laimburg rafforza con una ricerca interdisciplinare gli studi sulla flavescenza dorata, grazie a un finanziamento aggiuntivo della Provincia di Bolzano. Scopo è quello di comprendere meglio le vie di diffusione della malattia. Inoltre, in un evento organizzato il 13 marzo, esperte ed esperti hanno fatto il punto della situazione e si sono confrontati sul presente e il futuro della flavescenza dorata in Alto Adige.

L’Assessore all’Agricoltura Luis Walcher durante i saluti iniziali dell’evento informativo © Laimburg Research Centre/debora lamcja

Foglie arricciate, viti a crescita rallentata e uva rinsecchita e acida, non adatta alla vinificazione. Dal 2016 la flavescenza dorata, un giallume della vite, rappresenta una sfida per le aziende vitivinicole altoatesine. Le misure di prevenzione e controllo del vettore principale, l’insetto Scaphoideus titanus, nonché l’estirpazione delle piante infette, sono obbligatorie. Ciononostante, la diffusione della flavescenza dorata in Alto Adige è in aumento dal 2018. Lo scorso 13 marzo il Centro di Sperimentazione Laimburg ha organizzato un evento dedicato. Insieme alle principali organizzazioni coinvolte, il Servizio Fitosanitario provinciale, il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell'Alto Adige, Libera Università di Bolzano e il Julius Kühn-Institut, le ricercatrici e ricercatori hanno incontrato i rappresentanti della prassi agricola per un confronto sulle strategie di controllo attualmente in atto, sulla situazione in Alto Adige e sulle prospettive future. “La Flavescenza dorata non è un problema solo per le singole aziende agricole, ma per l’intero settore vitivinicolo in Alto Adige. Per proteggere i nostri vigneti e garantire la qualità della produzione è essenziale un impegno collettivo. La ricerca scientifica gioca un ruolo chiave in questa sfida, e trovo fondamentale lo scambio continuo tra scienza e prassi portato avanti dal Centro di Sperimentazione Laimburg, che favorisce la ricerca di soluzioni a questa problematica”, evidenzia l’Assessore all’Agricoltura Luis Walcher.

 

Obiettivo: nuove strategie di prevenzione e controllo della flavescenza dorata

Per contrastare gli effetti di questa malattia e arginarne l’espansione, un gruppo interdisciplinare del Centro di Sperimentazione Laimburg ha di recente rafforzato la ricerca sulla flavescenza dorata, grazie a un finanziamento aggiuntivo della Provincia Autonoma di Bolzano. Gli studi si concentrano su vari aspetti della sua diffusione. Da un lato, viene indagato come questa malattia si stia sviluppando e diffondendo sul territorio altoatesino. In particolare, un gruppo di ricerca sta analizzando se la flavescenza dorata possa trasmettersi anche attraverso le giovani piante di vite: ricercatrici e ricercatori stanno indagando se le parti di piante utilizzate per creare nuovi vigneti possano contribuire all’espansione della flavescenza dorata. Oltre a ciò, viene studiata la possibilità che altri insetti, oltre a Scaphoideus titanus, possano fungere da vettori della flavescenza dorata, contribuendo alla sua diffusione. Infine, un team del Centro Laimburg sta conducendo alcuni studi a livello molecolare, per indagare meglio le tracce lasciate dalla flavescenza dorata e, più in generale, dai giallumi della vite. Urban Spitaler, responsabile del gruppo di lavoro Valutazione Fitofarmaci e organizzatore dell’evento informativo, afferma: “Il nostro obiettivo è comprendere meglio le dinamiche che sottostanno l’espansione della flavescenza dorata. In particolare, vogliamo contribuire a eliminare le viti infette dai vigneti in una fase precoce e a ridurre al minimo la sua diffusione. Gli studi che stiamo conducendo al Centro Laimburg ci consentiranno di comprendere meglio la malattia e sviluppare nuove strategie di prevenzione e di lotta integrata, da implementare di fianco alle attuali misure obbligatorie.”

 

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