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Afide lanigero: Centro Laimburg al lavoro per una difesa sostenibile del melo

Più comunemente noto come afide lanigero del melo, l’Eriosoma lanigerum è un insetto parassita del melo. La sua presenza peggiora la qualità del raccolto e riduce la produttività dei meleti. Per cercare soluzioni sostenibili, che permettano una gestione di questo insetto, il Centro di Sperimentazione Laimburg ha avviato una nuova ricerca multidisciplinare. Il 9 aprile 2025 si è tenuto l’evento di lancio, a cui hanno partecipato più di 60 persone interessate, tra personale di ricerca, tecnici e rappresentanti del settore agricolo.

Fig. 1: Il Direttore del Centro Laimburg Michael Oberhuber durante i saluti introduttivi

L’afide lanigero del melo, Eriosoma lanigerum, è un insetto parassita del melo presente da oltre cento anni in Alto Adige. Viene definito come “fitofago”, in quanto si nutre della linfa della pianta, danneggiandone i tessuti. Le infestazioni possono causare danni significativi alle piante e portare a ingenti perdite nel raccolto. Il Centro di Sperimentazione Laimburg studia già da diversi anni la biologia dell’afide, approfondendo la ricerca di metodi di controllo efficaci. In passato sono state condotte prove sperimentali sia per la produzione integrata che per la produzione biologica, indagando l’impiego di nuovi insetticidi, oli vegetali, saponi e funghi antagonisti. Particolare attenzione è stata rivolta alla ricerca di varietà di melo più resistenti.

“La lotta all’afide lanigero del melo rappresenta una sfida per la frutticoltura altoatesina. Al fine di sviluppare nuove strategie di gestione di questo insetto dannoso, il Centro di Sperimentazione Laimburg ha recentemente avviato un nuovo progetto prioritario, che studierà vari aspetti di questo insetto. Con questa iniziativa di ricerca il Centro Laimburg risponde alle esigenze della prassi agricola con un impegno concreto, volto ad ampliare le conoscenze scientifiche e a sviluppare strategie di gestione efficaci, che sostengano un’agricoltura produttiva e al contempo rispettosa dell’ambiente”, ha spiegato Michael Oberhuber, Direttore del Centro di Sperimentazione Laimburg.

L’evento di lancio del progetto, avvenuto il 9 aprile 2025 presso il Centro di Sperimentazione Laimburg, ha visto la partecipazione di più di 60 esperte ed esperti, tra personale di ricerca, personale tecnico e rappresentanti del settore agricolo locale. In questa occasione i presenti hanno avuto la possibilità di informarsi sulle attuali conoscenze, di confrontarsi sulla situazione attuale e di apprendere i nuovi filoni di ricerca promossi dal team multidisciplinare del Centro Laimburg.

 

Tre approcci di ricerca per contrastare l’afide lanigero del melo

La ricerca scientifica del Centro Laimburg sul tema dell’afide lanigero si articola in tre filoni. Il gruppo di lavoro Entomologia sta studiando la biologia dell’insetto e del suo principale antagonista, la vespa parassitoide Aphelinus mali, conducendo studi sulle interazioni tra queste due specie, il clima e l’ambiente. Il gruppo di lavoro Metodi Biologici di Protezione delle Piante sta invece approfondendo lo studio sui funghi entomopatogeni, ovvero le specie fungine che attaccano l’afide. Il gruppo di lavoro Valutazione Fitofarmaci, infine, si sta occupando di individuare e sperimentare l’applicazione di misure agronomiche e di prodotti fitosanitari autorizzati, da poter adoperare nella lotta al parassita, studiando vantaggi e svantaggi del loro utilizzo.

 

Guardando al passato e alle prospettive future, Manfred Wolf, responsabile del gruppo di lavoro Entomologia, ha sottolineato: " Negli ultimi decenni sono stati condotti numerosi studi per comprendere la biologia dell’afide lanigero del melo e sperimentare strategie di controllo alternative e sostenibili. Con questa nuova ricerca multidisciplinare vogliamo fare un passo avanti, avviando sperimentazioni mirate sui principali fattori che influenzano l’epidemiologia del parassita e la sua gestione. L’obiettivo è affrontare il problema da diverse prospettive, per individuare soluzioni efficaci per i meleti dell’Alto Adige, che garantiscano un controllo duraturo e a basso impatto ambientale, sia nella produzione integrata che in quella biologica."

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